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Interviste

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RADIO PENTAGRAMMA

Intervista ai Due-O

Quando avete iniziato a fare musica?

Piero. Ho cominciato a cantare credo prima dei 6 anni. Mi piaceva molto la musica e

ricordo ancora il profumo dei vecchi 45 giri in vinile o quello che si respirava nei negozi di

dischi. Per quanto concerne invece l'aspetto compositivo direi poco prima dei vent'anni.

Simultaneamente alla conoscenza del mio primo strumento musicale che è stato il

pianoforte/tastiera. Ho studiato in seguito per due anni pianoforte e solfeggio, e ora sono

al secondo anno di “canto”.

Antonio. Ho iniziato a fare musica fin dai primi anni della mia adolescenza, spinto dalle

passioni e dalle pulsioni che sentivo vibrare dentro di me, quasi esplodere per venire fuori.

La prima volta che mi trovai su un palco, capii subito che quello poteva essere il mio

mondo..

Cosa vi ha spinto ad avvicinarvi alla musica, quando avete deciso di suonare?

P. Pura passione direi. La passione è il motore di tutto. Solo ciò che viene mosso da

passione ha un senso e merita di essere fatto. E porta di sicuro a dei buoni risultati.

A. Conosco Piero da una vita. Lui era più grande di me e mi faceva ascoltare le sue

canzoni o la musica che ascoltava in quel periodo. E' lui che mi ha trasmesso la passione

per la musica in generale, anche se è una tradizione di famiglia, tramandatami da mio

padre e da mio nonno..

A cosa si ispirano le vostre canzoni?

P. Le mie canzoni si ispirano, ovviamente, alla mia vita. Solo ciò che viene vissuto in prima

persona è degno di essere raccontato con cognizione di causa. La finzione non ha senso

e le maschere prima o poi cadono. Io mi ispiro sostanzialmente ai sentimenti. Sono i

sentimenti che alimentano il mio cuore e che mi portano di conseguenza ad esprimere

qualcosa.

Ci sono difficoltà oggi per cantati e band emergenti ad affermarsi nel panorama

locale, nazionale e o internazionale?

P. Ci sono grossissime difficoltà. Soprattutto se si pensa che molti giovani pensano ancora

oggi, col la crisi del mercato discografico, che esista ancora qualcuno disposto a investire

soldi su di loro. I discografici, come tutta la gente di affari, investe dei soldi solo nella

speranza di guadagnarci. Ma se oggi tutti scaricano la musica gratis da internet, e i dischi

non si vendono, ditemi come fanno, “giustamente”, i discografici a investire dei soldi?! La

crisi economica di oggi non c’entra in tutto questo: internet, tra i mille vantaggi, ha

permesso di scaricare la musica gratis; e la crisi delle case discografiche è stata la

naturale conseguenza. Oggi la musica va concepita come un mestiere qualunque: non si

fa musica esclusivamente per il “successo”; si fa musica per passione, e con la passione

puoi sicuramente anche viverci, magari guadagnando quanto un impiegato; poi qualcuno,

ogni tanto, riuscirà a “sfondare”...; ma questo capita in tutti i settori: dalla medicina

all'economia, dalla finanza agli studiosi/ricercatori etc. Alla base di tutto c'è il lavoro, il

sacrificio, la costanza, la determinazione, la pazienza. In questa Vita non va avanti chi è

più “intelligente” o ha più talento, ma solo chi ha più “attributi” degli altri. L'intelligenza o il

talento se poi ce l'hai tanto meglio.

A. Certo le cose sono sicuramente più difficili di una volta, ora c'è una forte concorrenza,

ed è diventato sempre più difficile affermarsi. Credo che ormai la musica fatta di solo buon

cuore non basti più come una volta ma, come dice anche Piero, con sacrifici e volontà, ci

si può credere e andare avanti sempre..

Voi avete avuto difficoltà?

P. Sicuramente. Vedi, noi siamo proprio uno di quegli esempi, come prima dicevo.

Abbiamo intrapreso la professione musicale come qualcosa su cui investire in proprio,

investendoci le proprie risorse. Ripeto, oggi nessuno è disposto a lanciarti. Sei tu che devi

farlo. Con i tuoi mezzi. Credo che nel futuro sempre più artisti emergenti saranno meno

giovani d'età di quanto non lo siano stati in passato. Come me, chi è costretto ad

autofinanziarsi deve prima realizzarsi in un'altra professione o possedere risorse

finanziare da investire. Diventare imprenditore di te stesso richiede maturità, da un punto

di vista personale e anche da un punto di vista economico.

A. Il nostro progetto lo definirei un "miracolo", data la distanza che intercorre fra me e

Piero, su un asse Puglia-Lombardia. Per cui credo che aver portato a termine il nostro

disco sia stato un vero e proprio sogno, una vittoria, una conquista. E certo questo

cammino ha avuto anche le sue difficoltà. Comunque continuiamo, certo con non pochi

sacrifici a proseguire per la nostra strada e a non fermarci. Perché fare musica è una delle

cose più belle che ci sia..

La burocrazia c'entra qualcosa?

P. Direi che la burocrazia in questo settore non ha un'incidenza rilevante. Posso però

sottolineare come il sistema legislativo italiano non tutela abbastanza l'Arte e non ne

favorisce lo sviluppo. E' luogo comune, infatti, pensare che la professione d'artista possa

essere intesa solo come hobby e che sia qualcosa di cui non ci si può vivere.

A. Credo che questo settore sia ormai un tantino saturo. Ci sono tantissime band che

cercano da anni di venir fuori. Poi ci sono i talent..La musica ti fa sentire bene, come una

preghiera, ti risolleva l'animo, ma fare oggi il musicista "free" è diventato uno dei lavori più

difficili. Credo che lo studio approfondito aiuti maggiormente a forgiare musicisti

professionisti che poi trovano più facilmente un impiego, rispetto ai musicisti liberi.

a chi si rivolge la vostra musica?

A. La nostra musica si rivolge a tutti, è un appello ai sentimenti, al cuore di ognuno di noi..

P. A chiunque sia predisposto a riceverla.

Un ricordo bizzarro che vuoi raccontarci una situazione che hai vissuto durante la

tua carriera che ti è rimasta particolarmente impressa?

A. Beh, i ricordi sono tanti, alcuni emozionanti, altri un po’ meno, come quando sono

scivolato a terra cadendo su un palco. Comunque non butto niente del mio passato, credo

che tutto mi sia servito per capire meglio cosa dovevo fare, in cosa potevo migliorare..

Avete progetti, tourné o dischi futuri?

A. Intanto siamo impegnati in alcuni concorsi. Stiamo proseguendo con la promozione del

disco e credo a breve uscirà anche un nuovo Videoclip dopo "Sogno"..

P. Per il futuro l'obiettivo è metter su una band fissa con cui poter portare in giro la nostra

musica. Sai, l'appetito vien mangiando. E un secondo disco è di sicuro nelle nostre

intenzioni. Sarà l'ennesima “battaglia” ma la passione è più forte di tutto.

E' uscito il vostro album, come è nato e cosa vuole trasmettere?

A. E' nato quasi per caso, da un incontro, da un caffè. Poi io e Piero abbiamo deciso di

rimettere insieme le idee e di gettare le basi per questo progetto. Lui ha tirato fuori dal

cassetto del materiale che aveva da tempo e da lì poi è nato tutto. Il disco preannuncia,

come da titolo "I colori dell'anima", un insieme di sentimenti e di sfaccettature intimistiche,

che poi si ricollegano ad ogni singolo brano dell'album, che trasmette ognuno un colore,

un'emozione diversa..

P. Continuo il discorso di Antonio dicendo che questo viaggio nell'anima mira a far da

contraltare a una società, quella odierna, improntata esclusivamente sull’immagine e sulla

mera apparenza. Il disco mira proprio a invertire questa tendenza, servendosi di uno stile

musicale più originale, più raffinato, che spazia tra il pop, qualche venatura rock, l’ambient,

e il cantautorato italiano.

Che cosa suggerireste a dei ragazzi che vogliono fare musica?

P. Non ho dubbi su questa risposta. Dico soprattutto passione. Poi voglia di combattere. E

pazienza, tanta pazienza. Internet ha creato dei danni, ma anche dei vantaggi, ovvio.

Quali sono? Ora di sicuro andranno avanti i più bravi davvero: gli artisti che non vendono

più dischi sono costretti a fare concerti; e fanno concerti solo quelli che sanno suonare

davvero; e se per affermarsi ci vogliono passione, lavoro, sacrifici, allora vorrà dire che chi

ce la farà sarà sicuramente un “grande”.

A. Questa strada è dura, irta di ostacoli, non facile ma bella. Non servitevi della musica,

ma lasciate che sia la musica a servirsi di voi.

Volete dire qualcosa ai tuoi fans?

A. Saluto, abbraccio, ringrazio e benedico tutti! ci vediamo presto.

P. Solamente “grazie”.

Grazie per essere stati con noi, in bocca al lupo e a presto.

© Intervista per Radio Pentagramma- Gennaio 2013


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