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Interviste

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RADIO PENTAGRAMMA

Intervista ad Andrea Carri

- Com'è iniziata la tua carriera?

- Ho strimpellato le prime note su una tastierina Bontempi a soli 6 anni, nel lontano 1996. I miei genitori ascoltavano sempre i Genesis e gli assoli di Tony Banks mi hanno invogliato ad iniziare!In seguito ho frequentato la scuola di musica locale e iniziato le mie prime esperienze live con alcuni gruppi della zona.Da un paio d'anni ho aumentato fortemente la mia attività live e iniziato a comporre dischi autoprodotti.

- Come mai ti sei avvicinato a questo genere musicale?

- Adoro questo genere musicale poichè lo trovo molto riflessivo, intimo, profondo. Lo ascolto da sempre, mi accompagna nei miei studi, nelle giornate autunnali, nei momenti di alienazione.Ho iniziato a comporre canzoni per esorcizzare pensieri che mi turbinavano dentro, considerando il pianoforte come un amico a cui raccontare i segreti più profondi e non nego che ciò mi faccia sentire molto meglio!Scrivo canzoni perchè lo devo fare, è vitale; se non scrivessi sarebbe come se non avessi rapporti umani e non volessi approfondire la conoscenza di me stesso.

- E' difficile inserirsi nel mondo musicale di oggi?

- Credo proprio di si, ormai il mondo è pieno di musicisti mentre i locali scarseggiano sempre di più. La cultura musicale è scesa parecchio, sono pochi i locali che investono in musica live e mi viene da sorridere pensando che esistono centomila "gruppi emergenti"...ma quanti di loro veramente emergono?!

- Tu hai avuto difficoltà?

- Io ho fatto parecchia gavetta suonando i generi più disparati. Va sottolineato comunque come lo status a cui sono arrivato non mi permette ancora di mantenermi, pertanto lo vedo più come un secondo lavoro che viene dopo la mia attività principale.

- Parlaci un pò dei tuoi lavori...

- "Partire"  il mio disco di debutto, scritto in vari mesi come una serie di piccoli capitoli che poi si sono uniti in una storia unica. E' un disco che analizza il viaggio ed il cambiamento focalizzandosi sulle sensazioni che proviamo nello stravolgere la nostra vita. Presenta tappe di lenta e triste riflessione su quello che abbiamo perso, ma anche capitoli di pura gioia verso il mondo che stiamo scoprendo. Questo disco, nato prima come solo progetto da studio, mi ha fatto iniziare i concerti di Piano Solo e creare il mio gruppo di supporto composto da Emanuele Milani al violoncello e Gabriele Pigoni alle tastiere."Stanze Segrete"  un disco nato fra autunno ed inverno, le stagioni di maggiore ispirazione pianisticamente parlando. E' molto più lento del precedente, più delicato ed introspettivo, volto tutto ad una conoscenza più approfondita di se stessi. Un occhio interno che vuole svelare le mie emozioni.

- Se dovessi dare un consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso artistico, quale sarebbe?
- Il primo di guardarsi dentro e chiedersi se è veramente questo che vogliono. Oggi vogliono dare l'idea di un mondo facile (e certi programmi televisivi non fanno che alimentare questa credenza diffusa), pieno di privilegi e quant'altro; in realtà l'attività musicale è molto impegnativa e per seguire veramente questo percorso serve tanta determinazione e spirito di sacrificio. Aggiungo anche che bisogna essere circondato dalle persone adatte in quanto un musicista manca spesso da casa, ha pochissimo tempo per gli amici e lavora quando gli altri festeggiano, proprio per animare le loro feste!Il secondo consiglio è quello di divertirsi sempre e comunque, la musica non deve prescindere da ciò; se manca questo aspetto base credo manchino le prerogative per continuare un certo stile di vita.

- Cosa ti ha iscpirato nella creazione del tuo ultimo cd, “Partire”?

- L'ispirazione è venuta dalle giornate autunnali, dai cambiamenti, dagli amici persi e da quelli trovati, dalle persone che mi circondano. Avevo tanti pensieri che mi giravano in testa e che neanche io capivo a fondo, questo disco mi ha permesso di dipanarli ed esorcizzarli, arrivando ad una sorta di tregua con me stesso. E' indubbio che questo disco mi abbia fatto stare meglio una volta completato.

- La canzone, la musica, a cui sei più legato?

- Se devo parlare delle mie canzoni, sono particolarmente affezionato a "La nostra stagione", "Un'altra canzone per te" e "Una foto".Se devo parlare di canzoni di altri, premettendo che ascolto generi vari e molto differenti fra di loro, concentrandomi solo sul piano solo, le canzoni che mi fanno provare le emozioni più forti sono "River flows in you" di Yiruma, "Joy of the journey" di Kevin Kern, "I giorni" di Ludovico Einaudi.

- Un ricordo bizzarro del tuo lavoro che ti è rimasto in mente?

- Ce ne sono tanti, tantissimi, dalle delusioni ai momenti pi incredibili, senza tralasciare alcuni aneddoti (in passato, ad esempio, ci lanciarono un secchio d'acqua sul palco perchè il concerto si svolgeva vicino ad una condominio dove con la nostra musica avevamo svegliato un neonato che si era appena addormentato!).Ma i ricordi a cui sono più legato, oltre ai concerti più belli, sono sicuramente le mie conoscenze musicali. Infatti suonando in giro ho conosciuto tantissime persone, musicisti e non, e con molto di queste mantengo i contatti. Alcuni sono diventati i miei migliori amici! La musica può dare tanto, a me ha dato persone fantastiche.

-Progetti futuri?

-Devo ammettere che al momento non ho ancora le idee chiarissime.In ogni caso sicuramente continuerò il mio impegno live con i vari gruppi e posso anticipare che a Dicembre 2012 uscirà il nuovo disco delle "Onde Acustiche", formazione in cui sono pianista.Parlando di Piano Solo, lavorerò per un paio di esibizioni e sicuramente continuerò a comporre, anche se non so con quali tempistiche. Al momento ho un po' di materiale su cui posso lavorare, sia di matrice live che inediti. Vedremo cosa mi ispireranno i prossimi mesi!

- E hai in programma un tour o dei concerti? Attualmente suono dal vivo con i miei progetti paralleli quali i Goodbye Seventies, tribute band anni '80, le Onde Acustiche, gruppo acustico cantautoriale e Gabriele Pigoni, un rocker emiliano; tutte queste band mi portano via tantissimo tempo e quindi i concerti di Piano Solo li metto in secondo piano, considerandoli eventi isolati (3 - 4 all'anno) e non avendo mai organizzato un tour, prediligendo per questo tipo di musica un lavoro in studio.
Non posso e non voglio escludere però un eventuale futuro ciclo di concerti di Piano Solo qualora avessi più tempo ed energie da dedicarci.

- Vuoi dire qualcosa ai tuoi fans?

- Li voglio ringraziare di tutto, per il loro sostegno, per il loro seguirmi sui social e ai concerti per condividere i miei video e la mia musica. Per me sono come una piccola famiglia e con molti di loro ho un rapporto diretto e ho avuto il piacere di conoscerli di persona. La musica mi regala tanto e fra queste tante cose mi ha regalato ascoltatori fantastici.

- Dov'è possibile trovarvi in rete e avere notizie di voi?

- Il canale principale è il mio sito web www.andreacarri.it  nel quale si può trovare una panoramica di tutto quello che faccio, i miei video, le mie canzoni e tutti i contatti per i social e quant'altro (fra cui la mia Mail, mi piace avere un contatto diretto con le persone e rispondere ai loro messaggi).

- Grazie, un saluto e in bocca al lupo!

- Crepi e grazie a voi!!!

© Intervista per Radio Pentagramma – Ottobre 2012


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INTERVISTA A “CASSANDRA DE ROSA”

- Siamo qui in compagnia di Cassandra de Rosa, cantante esordiente, toscana, che sta riscontrando ogni giorno sempre più successo e popolarità. Per chi non lo sapesse, il percorso   professionale   di   Cassandra   ha   avuto   origine   all'interno   dell'accademia televisiva di Maria de Filippi "Amici", nella quale ha partecipato come alunna - concorrente insieme ad altri validi giovani artisti nella stagione 2007-2008. Da lì, per Cassandra, è stata una vera e propria ascesa professionale... parliamone con lei.

-  Radio Pentagramma: Ciao Cassandra, intanto grazie per essere qui con noi oggi per questa intervista. Sappiamo  bene  come  dicevamo  prima  che   la   tua   carriera   artistica   ha   avuto origine all' interno del programma "amici", ma prima di entrare a far parte di questa scuola, che sogni e progetti aveva Cassandra? Ti saresti mai aspettata di entrare prima all'interno di questo format e poi di avere così tanto successo una volta fuori (peraltro meritatissimo)?

+ Cassandra de Rosa: Indubbiamente non credevo di entrare nella scuola di Amici, soprattutto perché avevo fatto altri tentativi negli anni passati ma senza successo. Alla fine però la mia tenacia è stata premiata.- Quando hai iniziato a coltivare la passione per il canto?+ Da sempre! Sin da bambina, quando cantavo e ricantavo le canzoni dei miei artisti preferiti come Giorgia, Celine Dion, Mia Martini, Whitney Houston ed altri.
- La tua famiglia come l'ha presa quando ha saputo che volevi intraprendere questa carriera?

+ Beh, mi hanno supportata sin dall’inizio. Infatti tuttora ho la fortuna di avere un padre molto vicino, che mi segue e sostiene.- Il mestiere dell'artista forse più degli altri costringe a spostarsi di continuo da una città ad un'altra, tu fai e hai fatto concerti di beneficenza, concerti in varie piazze italiane...tutto ciò, ti permette di vivere anche una vita privata normale fatta di amici, uscite, ecc.ecc. o decidere di intraprendere questa strada significa dedicarsi   quasi   esclusivamente   al   lato   professionale.  - Si   possono   conciliare  in modo armonico le due vite (professionale e privata)?

+ Conciliarle è molto difficile; la vita professionale assorbe gran parte del mio tempo ma non mancano i momenti in cui riesco a ritagliarmi spazi per me stessa. E guai se non fosse così!

-  Parliamo   di   questa   bellissima   esperienza   al   Teatro   Sistina   che   ti   ha   vista protagonista all’anteprima mondiale del nuovo musical “Bernadette il miracolo di Lourdes” scritto da Graziano Galatone, insieme agli attori del musical Notre Dame   de   Paris   di   Cocciante.   Un'   esperienza   importante,   entusiasmante   e, immagino, faticosissima...

+   Faticosissima   senz’altro   ma   veramente   emozionante   e   bella.   Mi   è   stata   data l’opportunità di far parte di un cast di altissimo livello e ciò mi ha messo una forte pressione .Una volta sul palco, però, le paure sono svanite ed è andato veramente tutto bene.

- Ricordiamo che  il  5  maggio  è uscito  il  tuo primo cd intitolato   "Gocce   in   mare   aperto",   parlaci   un   pò   di questo tuo primo lavoro...

+ E’ stato un lavoro realizzato con i due autori Francesco Morettini   e   Luca  Angelosanti.   Contiene   sette   brani   tutti inediti,   uno   dei   quali   scritto   proprio   da   me   (Un   unico battito), composto in una malinconica sera di San Valentino.

- Sappiamo da una tua fan, che salutiamo, che l'8 Luglio volerai a Boston per cantare l'inno americano nello stadio dei red sox! Com'è nata questa idea? Non è da tutti!

+ E’ nata grazie ai miei parenti che vivono lì e soprattutto a mia madre. Spero di onorare questo impegno e di colpire positivamente il pubblico americano.

- Tornando alle domande un pò più frivole, com'è fatta una tua giornata tipo? Raccontaci, se ti va, la giornata tipo di Cassandra de Rosa...

+ La mia giornata tipo è soprattutto molto frenetica: solitamente riesco a stare poco a casa per via dei vari impegni professionali che mi fanno girare un pò tutta l’Italia. E così la sera ho solo il tempo di leggere le e-mail dei mie fans prima di crollare dalla stanchezza.

- Che genere di pubblico ascolta Cassandra, oltre naturalmente i ragazzi, che immagino fans incalliti, hai dei riscontri anche da un pubblico "adulto"?

+ Oltre ai tanti giovani fans ho la fortuna di avere molti fans più adulti, e la cosa mi fa immensamente piacere. E’ bello andare al supermercato ed essere fermata dai genitori prima ancora che dai figli!!!

- Se vuoi raccontaci un episodio strano o buffo che ti è capitato durante un tuo concerto o in generale in un tuo avvenimento pubblico.

+ Beh, vedere tanti genitori alla fine di una serata in fila per un autografo o una foto insieme non vi sembra buffo?

-  Sei   giovanissima  ma   sembra  tu   abbia   già   le   idee   chiare  sul   "cosa   fare   da grande" ma se non avessi potuto fare la cantate, che mestiere avresti scelto?

+ La cantante. E’ stato il mio sogno da sempre e non riesco ad immaginarmi in altre vesti.

-  Cosa   consigli   a  quei   ragazzi   che   come  te  hanno  la   passione  per il  canto   e vorrebbero intraprendere il tuo stesso percorso?

+ Coltivarla e non fermarsi davanti alle tante difficoltà che si incontrano soprattutto agli inizi. È normale, nessuno ti regala nulla.

- Dì qualcosa ai tuoi fans...

+ Grazie!Grazie!Grazie! E’ difficile spiegare quanta forza riescano a darmi con il loro sostegno. Sono fantastici!

- Sono previste nel tuo calendario spettacoli di quest'anno tappe palermitane o comunque siciliane?

+ Al momento no, ma sto organizzando un tour che tocchi inizialmente il sud Italia… quindi chissà, molto presto potrei essere lì da voi! Lo spero!

-Intanto INFORMIAMO I FANS PIU' DISTRATTI CHE Il 22 Maggio ti esibirai in concerto alla discoteca Alcatraz di Milano e noi ti facciamo davvero un grosso in bocca al lupo per tutto e ti auguriamo di cuore che il tuo successo diventi sempre più grande sia in Italia che all'estero. Grazie per esser stata con noi!

© Intervista per Radio Pentagramma - giugno 2009 .


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INTERVISTA ALLA BAND “DEVA”

Siamo qui in compagnia dei Deva per presentare il loro album “Between Life and Dreams”.

Benvenuti, iniziamo prima con la presentazione della vostra band: Come vi siete conosciuti e

quando avete deciso di formare il gruppo?

Ci siamo conosciuti nel 2003 io (Federico Salerno, chitarrista), Miriam Stallone (bassista) e

Beatrice Palumbo (voce soprano). Inizialmente il progetto prevedeva anche una voce maschile

e, nel corso del tempo, la line-up ha subito diversi assestamenti. Fino all’ingresso di Beatrice

mi sono occupato prevalentemente io delle composizioni e degli arrangiamenti, coadiuvato da

Miriam. Beatrice è intervenuta fin da subito nella scrittura delle linee vocali, della sezione

armonica e sugli arrangiamenti, dando un’impronta molto decisa al progetto. Nel 2004 ha

fatto il suo ingresso nel progetto il tastierista Marco “Hyblos” Castiglione e, nel 2007, appena

prima delle registrazioni di Between Life And Dreams, il batterista Thomas D’Alba.

Come è nata la scelta del vostro nome "DEVA"

L’idea è nata tra i chiostri dell’Università Degli Studi di Milano, dove io e Miriam ci siamo

laureati. Su suggerimento del nostro primo cantante, il nome Deva ci è sembrato perfetto per

descrivere con un’immagine la nostra essenza musicale: Deva, in sanscrito, significa

“divinità” e proprio la commistione di classico e progressive metal rimanda necessariamente a

sonorità lontane dal quotidiano ma che col quotidiano in qualche modo hanno un rapporto.

Deva è la divinità lontana, è la divinità sconosciuta. Molto spesso ho sentito associare alla

nostra il concetto di “etereo” e credo che renda bene l’idea.

Che musica suonate e che influenze avete avuto?

La nostra musica si colloca a cavallo tra il Progressive e il Gothic. Non esiste un genere

preciso di riferimento, perché pur avendo una line-up identica a quella dei Nightwish

(compresa la voce lirica!) le nostre linee vocali, ma spesso anche le armonie stesse, richiamano

sonorità decisamente diverse. Ci piace molto il Progressive in ogni sua forma e tutta la musica

di qualità, fino alla classica e al jazz, almeno ad alcuni di noi. Ma naturalmente siamo una

band heavy metal, quindi tra i nostri idoli ci sono sicuramente i Dream Theater, i System Of

A Down, gli Iron Maiden, per citare giusto i primi che mi vengono in mente…

Quando vi siete esibiti per la prima volta e dove?

Il nostro primo concerto me lo ricordo come se fosse ieri! Marco “Hyblos” era appena entrato

nel gruppo… il locale era in piazza Ventiquattro Maggio a Milano e mi ricordo che ci era

stato chiesto di abbassare il volume della batteria… che però purtroppo non era amplificata!

Ricordo anche che durante il soundcheck c’era un chiasso infernale perché tutti

chiacchieravano, si muovevano, spostavano cose… ad un certo punto, accanto a me, Beatrice

ha preso il suo microfono e ha cantato la melodia di un nostro brano, utilizzando ovviamente

la tecnica di canto lirico! E tutti si sono ammutoliti, sono rimasti immobili a bocca aperta! In

quel momento ho capito che, lavorando bene, avremmo potuto forse raggiungere qualche

soddisfazione.

Avete in programma un tour futuro?

Sarebbe il nostro sogno! Speriamo di poter dare notizie ufficiali quanto prima, per ora stiamo

organizzando un po’ di cose per presentare l’album… comprese alcune date in Germania a

luglio e forse… chissà!

Presentazione internazionale quindi, vi auguriamo che si possa realizzare presto allora! Un dietro le

quinte bizzarro che volete raccontarci..

Il problema è sceglierlo! Ci sono un sacco di aneddoti molto simpatici… Uno abbastanza

recente (risale a non più di sei mesi fa) è accaduto il giorno di un concerto, nel tardo

pomeriggio. Gli altri erano già a fare i suoni al locale, mentre io e Miriam ci siamo dati

appuntamento nella nostra sala prove per caricare le ultime cose. Sono arrivato per primo e,

credendo di fare una cosa saggia, ho pensato di chiudere l’acqua per evitare allagamenti

indesiderati, poiché qualche giorno prima avevamo avuto dei problemi di piccole perdite

d’acqua dal bagno. Purtroppo devo aver sbagliato qualcosa, perché mi sono ritrovato con un

pezzo di tubo in mano e un getto d’acqua fortissimo che mi stava letteralmente infradiciando.

Il problema è che non sapevo come fermarlo… nel frattempo è arrivata Miriam ed è

cominciato il panico, non riuscivamo a trovare la valvola che chiudeva l’acqua! Abbiamo

persino chiamato i pompieri! Appena prima che arrivassero, ho affrontato per l’ennesima

volta il getto d’acqua e, finalmente, ho trovato quella maledetta valvola! La desolazione che ne

è seguita, con la sala allagata (vuota, per fortuna, perché gli strumenti erano al locale!) è stata

deprimente! Ora ci ridiamo sopra, ma è stato veramente un episodio poco piacevole da vivere!

Siamo arrivati al vostro album, parlatecene un pò, come è nato e a chi è rivolto?

Between Life And Dreams è, da un lato, il punto di arrivo di un primo “periodo” compositivo,

perché racchiude alcuni brani scritti prima che la line-up fosse quella attuale: rivisitati,

corretti, riarrangiati, ma tutti stravolti completamente! Ne sono un esempio Love And Faith

oppure Fading From Here, della quale esistono altre due versioni pregresse!

D’altronde, questo è il nostro primo “full lenght album” e, speriamo, vorrebbe essere il primo

di una lunga serie! Ci auguriamo che Between Life And Dreams susciti, prima di tutto,

curiosità: sia a livello musicale sia nei testi, c’è un significato particolare dietro la maggior

parte delle scelte inerenti all’album. In molte sue parti, Between Life And Dreams per poter

essere apprezzato richiede più di un ascolto, meglio ancora se col libretto dei testi in mano.

Essendo il nostro un cd metal, è facile che trovi una parte di consensi in un pubblico di

metallari, ma ci piacerebbe infrangere quelle barriere legate ai generi musicali e scoprire un

pubblico variegato come la musica che facciamo.

Quanto tempo è stato impiegato per questo nuovo disco?

Tantissimo. Tre anni di duro lavoro, tra composizione, arrangiamenti, incisioni, correzioni,

ancora incisioni, ancora arrangiamenti, edit, mix, mastering… Siamo responsabili (quindi a

noi le critiche!) di tutto ciò che riguarda i nostri brani. Soltanto in fase di mix abbiamo avuto

la fortuna di conoscere e lavorare con un fonico davvero bravo, Lorenzo Ardoni, che ci segue

anche dal vivo: se il nostro sound funziona il merito è anche suo! Per il mastering invece ci

siamo rivolti al grande Alberto Cutolo (Massive Arts, Milano), con il quale ci siamo trovati

benissimo!

L'uscita è prevista per?

Dal 9 aprile 2010 Between Life And Dreams (RNC Music) è disponibile in tutti i negozi di

musica italiani (Feltrinelli, Mondadori…) e su tutti i principali digital store su internet

(iTunes, Nokia Music Store, ecc.)

Su facebook siete molto apprezzati, avete molti fans, cosa volete dire loro e in genere a chi vi

segue?

A tutti coloro che ci seguono, ci scrivono, ci ascoltano, su Facebook come sugli altri social

network, dobbiamo un enorme GRAZIE. Speriamo di non deludervi mai, perché già per il

fatto che siete con noi, siamo in debito!

Siete molto carini a dirlo e immagino che i fans vi premino e vi premieranno per il vostro talento.

Se non aveste fatto i musicisti, cos'altro vi sarebbe piaciuto fare?

Bella domanda! Io è da quando sono bambino che ho in mente di fare questo! Non so,

personalmente ci sono un sacco di campi che mi interessano (dalla filosofia al marketing

applicato al web, dalla medicina al diritto) ma nessuno di questi riesce a prendermi

ventiquattr’ore su ventiquattro come la musica.

E’ difficile prendere decisioni su un lavoro musicale quando si è una band o nel vostro caso vi siete

trovati sempre super giù d'accordo su quel che si deve fare?

Devo dire che rispetto alle scelte davvero importanti ci siamo trovati, almeno fino ad ora, sulla

stessa linea di pensiero. E soprattutto siamo tutti decisi a lavorare bene su questo progetto, a

costo di fare molti sacrifici. Va anche detto, però, che ciascuno di noi proviene da esperienze

musicali diverse (sia come musicista sia come ascoltatore), talvolta anche molto distanti! Per

fortuna, come accade in molte formazioni, da questo “scontro” spesso nascono intuizioni e

soluzioni originali, interessanti.

Fate un saluto ai lettori e ai vostri fans:

Ciao a tutti! Se siete arrivati fino a qui vuol dire che siete davvero tenaci e, quindi, potete di

certo sopravvivere ad un ascolto completo di Between Life And Dreams!

Vi ringraziamo e aspettiamo i vostri prossimi lavori augurandovi intanto in bocca al lupo per questo

disco.

Siamo noi a ringraziarvi, non vediamo l’ora di potervi aggiornare su tutti i nostri prossimi

lavori! Crepi il lupo e… a presto!

Ad majora!

Semper!

© Maggio 2010 - Radio Pentagramma: www.radiopentagramma.altervista.org


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Intervista ai Due-O

Quando avete iniziato a fare musica?

Piero. Ho cominciato a cantare credo prima dei 6 anni. Mi piaceva molto la musica e

ricordo ancora il profumo dei vecchi 45 giri in vinile o quello che si respirava nei negozi di

dischi. Per quanto concerne invece l'aspetto compositivo direi poco prima dei vent'anni.

Simultaneamente alla conoscenza del mio primo strumento musicale che è stato il

pianoforte/tastiera. Ho studiato in seguito per due anni pianoforte e solfeggio, e ora sono

al secondo anno di “canto”.

Antonio. Ho iniziato a fare musica fin dai primi anni della mia adolescenza, spinto dalle

passioni e dalle pulsioni che sentivo vibrare dentro di me, quasi esplodere per venire fuori.

La prima volta che mi trovai su un palco, capii subito che quello poteva essere il mio

mondo..

Cosa vi ha spinto ad avvicinarvi alla musica, quando avete deciso di suonare?

P. Pura passione direi. La passione è il motore di tutto. Solo ciò che viene mosso da

passione ha un senso e merita di essere fatto. E porta di sicuro a dei buoni risultati.

A. Conosco Piero da una vita. Lui era più grande di me e mi faceva ascoltare le sue

canzoni o la musica che ascoltava in quel periodo. E' lui che mi ha trasmesso la passione

per la musica in generale, anche se è una tradizione di famiglia, tramandatami da mio

padre e da mio nonno..

A cosa si ispirano le vostre canzoni?

P. Le mie canzoni si ispirano, ovviamente, alla mia vita. Solo ciò che viene vissuto in prima

persona è degno di essere raccontato con cognizione di causa. La finzione non ha senso

e le maschere prima o poi cadono. Io mi ispiro sostanzialmente ai sentimenti. Sono i

sentimenti che alimentano il mio cuore e che mi portano di conseguenza ad esprimere

qualcosa.

Ci sono difficoltà oggi per cantati e band emergenti ad affermarsi nel panorama

locale, nazionale e o internazionale?

P. Ci sono grossissime difficoltà. Soprattutto se si pensa che molti giovani pensano ancora

oggi, col la crisi del mercato discografico, che esista ancora qualcuno disposto a investire

soldi su di loro. I discografici, come tutta la gente di affari, investe dei soldi solo nella

speranza di guadagnarci. Ma se oggi tutti scaricano la musica gratis da internet, e i dischi

non si vendono, ditemi come fanno, “giustamente”, i discografici a investire dei soldi?! La

crisi economica di oggi non c’entra in tutto questo: internet, tra i mille vantaggi, ha

permesso di scaricare la musica gratis; e la crisi delle case discografiche è stata la

naturale conseguenza. Oggi la musica va concepita come un mestiere qualunque: non si

fa musica esclusivamente per il “successo”; si fa musica per passione, e con la passione

puoi sicuramente anche viverci, magari guadagnando quanto un impiegato; poi qualcuno,

ogni tanto, riuscirà a “sfondare”...; ma questo capita in tutti i settori: dalla medicina

all'economia, dalla finanza agli studiosi/ricercatori etc. Alla base di tutto c'è il lavoro, il

sacrificio, la costanza, la determinazione, la pazienza. In questa Vita non va avanti chi è

più “intelligente” o ha più talento, ma solo chi ha più “attributi” degli altri. L'intelligenza o il

talento se poi ce l'hai tanto meglio.

A. Certo le cose sono sicuramente più difficili di una volta, ora c'è una forte concorrenza,

ed è diventato sempre più difficile affermarsi. Credo che ormai la musica fatta di solo buon

cuore non basti più come una volta ma, come dice anche Piero, con sacrifici e volontà, ci

si può credere e andare avanti sempre..

Voi avete avuto difficoltà?

P. Sicuramente. Vedi, noi siamo proprio uno di quegli esempi, come prima dicevo.

Abbiamo intrapreso la professione musicale come qualcosa su cui investire in proprio,

investendoci le proprie risorse. Ripeto, oggi nessuno è disposto a lanciarti. Sei tu che devi

farlo. Con i tuoi mezzi. Credo che nel futuro sempre più artisti emergenti saranno meno

giovani d'età di quanto non lo siano stati in passato. Come me, chi è costretto ad

autofinanziarsi deve prima realizzarsi in un'altra professione o possedere risorse

finanziare da investire. Diventare imprenditore di te stesso richiede maturità, da un punto

di vista personale e anche da un punto di vista economico.

A. Il nostro progetto lo definirei un "miracolo", data la distanza che intercorre fra me e

Piero, su un asse Puglia-Lombardia. Per cui credo che aver portato a termine il nostro

disco sia stato un vero e proprio sogno, una vittoria, una conquista. E certo questo

cammino ha avuto anche le sue difficoltà. Comunque continuiamo, certo con non pochi

sacrifici a proseguire per la nostra strada e a non fermarci. Perché fare musica è una delle

cose più belle che ci sia..

La burocrazia c'entra qualcosa?

P. Direi che la burocrazia in questo settore non ha un'incidenza rilevante. Posso però

sottolineare come il sistema legislativo italiano non tutela abbastanza l'Arte e non ne

favorisce lo sviluppo. E' luogo comune, infatti, pensare che la professione d'artista possa

essere intesa solo come hobby e che sia qualcosa di cui non ci si può vivere.

A. Credo che questo settore sia ormai un tantino saturo. Ci sono tantissime band che

cercano da anni di venir fuori. Poi ci sono i talent..La musica ti fa sentire bene, come una

preghiera, ti risolleva l'animo, ma fare oggi il musicista "free" è diventato uno dei lavori più

difficili. Credo che lo studio approfondito aiuti maggiormente a forgiare musicisti

professionisti che poi trovano più facilmente un impiego, rispetto ai musicisti liberi.

a chi si rivolge la vostra musica?

A. La nostra musica si rivolge a tutti, è un appello ai sentimenti, al cuore di ognuno di noi..

P. A chiunque sia predisposto a riceverla.

Un ricordo bizzarro che vuoi raccontarci una situazione che hai vissuto durante la

tua carriera che ti è rimasta particolarmente impressa?

A. Beh, i ricordi sono tanti, alcuni emozionanti, altri un po’ meno, come quando sono

scivolato a terra cadendo su un palco. Comunque non butto niente del mio passato, credo

che tutto mi sia servito per capire meglio cosa dovevo fare, in cosa potevo migliorare..

Avete progetti, tourné o dischi futuri?

A. Intanto siamo impegnati in alcuni concorsi. Stiamo proseguendo con la promozione del

disco e credo a breve uscirà anche un nuovo Videoclip dopo "Sogno"..

P. Per il futuro l'obiettivo è metter su una band fissa con cui poter portare in giro la nostra

musica. Sai, l'appetito vien mangiando. E un secondo disco è di sicuro nelle nostre

intenzioni. Sarà l'ennesima “battaglia” ma la passione è più forte di tutto.

E' uscito il vostro album, come è nato e cosa vuole trasmettere?

A. E' nato quasi per caso, da un incontro, da un caffè. Poi io e Piero abbiamo deciso di

rimettere insieme le idee e di gettare le basi per questo progetto. Lui ha tirato fuori dal

cassetto del materiale che aveva da tempo e da lì poi è nato tutto. Il disco preannuncia,

come da titolo "I colori dell'anima", un insieme di sentimenti e di sfaccettature intimistiche,

che poi si ricollegano ad ogni singolo brano dell'album, che trasmette ognuno un colore,

un'emozione diversa..

P. Continuo il discorso di Antonio dicendo che questo viaggio nell'anima mira a far da

contraltare a una società, quella odierna, improntata esclusivamente sull’immagine e sulla

mera apparenza. Il disco mira proprio a invertire questa tendenza, servendosi di uno stile

musicale più originale, più raffinato, che spazia tra il pop, qualche venatura rock, l’ambient,

e il cantautorato italiano.

Che cosa suggerireste a dei ragazzi che vogliono fare musica?

P. Non ho dubbi su questa risposta. Dico soprattutto passione. Poi voglia di combattere. E

pazienza, tanta pazienza. Internet ha creato dei danni, ma anche dei vantaggi, ovvio.

Quali sono? Ora di sicuro andranno avanti i più bravi davvero: gli artisti che non vendono

più dischi sono costretti a fare concerti; e fanno concerti solo quelli che sanno suonare

davvero; e se per affermarsi ci vogliono passione, lavoro, sacrifici, allora vorrà dire che chi

ce la farà sarà sicuramente un “grande”.

A. Questa strada è dura, irta di ostacoli, non facile ma bella. Non servitevi della musica,

ma lasciate che sia la musica a servirsi di voi.

Volete dire qualcosa ai tuoi fans?

A. Saluto, abbraccio, ringrazio e benedico tutti! ci vediamo presto.

P. Solamente “grazie”.

Grazie per essere stati con noi, in bocca al lupo e a presto.

© Intervista per Radio Pentagramma- Gennaio 2013


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RADIO PENTAGRAMMA                                  Intervista a Davide De Marinis


- Com'è nata la tua passione per la musica?

- La mia passione è nata dall'infanzia coltivandola da subito studiando chitarra classica da bambino.
Intorno ai 14 anni ho scritto la mia prima canzone, intitolata "Un ragazzo allo specchio".
Fin da subito mi accorsi che la musica era una componente importante della mia vita, perchè ogni volta che scrivevo una canzone mi emozionavo talmente che mi salivano le lacrime agli occhi per la gioia.

- Nel 1999 il grande successo con "troppo bella". Una canzone che, ricordiamo, all'epoca girava
tantissimo alla radio, un vero e proprio "tormentone": fresca, romantica, orecchiabile.
- Sicuramente una canzone dallo stile e dall' interpretazione originale.

- Tu che l'hai creata, ti
aspettavi un così grande successo?

- Quando scrivi una canzone non puoi immaginare quale sarà il suo futuro. Mi ero sicuramente accorto, una volta finita, che aveva un bel rif ed il testo aveva dei punti molto forti. Per un singolo rimanere per quattro mesi ai primi posti in classifica in effetti è un ottimo risultato. Sono molto legato a questa canzone ed infatti ogni volta che me lo chiedono mi piace sempre cantarla.

- Poi ti presenti a Sanremo con "Chiedi quello che vuoi". Che cosa ricordi di quel periodo e di
quell'esperienza sanremese?

- Ricordo tantissime interviste, le notti in cui non riuscivo a dormire e andavo di tisane e  camomilla ed il palco di Sanremo, l'unico che mi ha terrorizzato ed emozionato in egual misura.

- Continuiamo con "la pancia" canzone leggera,  sbarazzina, simpatica. Il tuo stile è molto
particolare ma dopo quattro album (l'ultimo nel 2006), solo singoli. Come mai?

-"La pancia" è un pezzo che ho portato al festivalbar (a cui ho partecipato tre volte con Troppo Bella, Gino e La Pancia), l'ho scritta in un momento in cui mi vedevo un po' in sovrappeso, un pomeriggio in cui, seduto sul divano, mi osservavo le dimensioni della pancia.
Dal 2006 ho iniziato a produrre solo singoli, la discografia italiana negli ultimi anni ha la tendenza a "bruciare" gli album come fossero fogli di carta, quando per realizzare un album un'artista impiega tempo, risorse sia umane che materiali. Conseguentemente ho preferito dedicarmi alla produzione di singoli e a collaborazioni con vari artisti, uno fra tutti Toto Cutugno, di cui ho scritto il testo della
canzone portata a Sanremo nel 2008 "Un falco chiuso in gabbia".

- Infatti, com'è nata la collaborazione con Toto Cutugno che ha portato poi a quella canzone?

- Lui ha ascoltato il mio terzo album ("Come da due lunedì") e mi ha chiamato perché aveva bisogno di finire la canzone a cui stava lavorando per Sanremo. Di quella esperienza mi è  rimasto un bellissimo ricordo, Toto è un grande artista.

- Ricordi un episodio bizzarro che ti è capitato durante qualche evento musicale, che ti ha
divertito, imbarazzato?
- Ah certamente. Per un periodo sono stato continuamente seguito da una ragazza che mi ricordava l'attrice di "Misery non deve morire". La ritrovavo a tutti i concerti e la sua presenza mi risultava un po' inquietante (anche se sicuramente era molto simpatica).

- E noi la salutiamo se sta leggendo questa intervista! Ma adesso arriviamo al tuo ultimo lavoro. Dopo aver sperimentato nel 2012 anche le canzoni natalizie con Buo buo Buon Natale, nel 2013 esce il singolo MELA GODO. Raccontaci un po' com'è nata e in generale raccontaci "il dietro le quinte" di una canzone di Davide De Marinis.

- La canzone Mela Godo nasce in Sicilia, in un     villaggio turistico in cui un mio amico, Francesco Lentini, proprietario di un'agenzia di viaggio, si avvicina e mi chiede se ho voglia di pensare ad uno spot musicale per la sua agenzia. Quando gli ho chiesto il nome dell'agenzia, ho capito subito che quello sarebbe stato il titolo del mio nuovo singolo, "Mela Godo".

- Solitamente le mie canzoni nascono spesso già con le parole (come descrive molto bene Vasco in una delle sue canzoni) oppure da racconti,      immagini, sensazioni, percezioni che provengono dalla realtà quotidiana, quella in cui io vivo ogni giorno.

- Hai dei progetti futuri? Tour, serate, magari un nuovo album?

- Diciamo che il futuro in questo caso è già   presente: al momento sto collaborando con Roberto Ferrari alla trasmissione Mela Godo Smart, in onda sulla sua web TV (Roberto Ferrari TV), iniziativa che mi sta dando moltissima soddisfazione e spero che possa continuare ed avere sempre più successo.

L'album è in fase di lavorazione e sicuramente uscirà successivamente al successo estivo di Mela Godo. Il Mela Godo tour sarà in giro per l'Italia, al momento stiamo lavorando alle prove con una serie di musicisti davvero in gamba. Vi aggiornerò presto con tutte le date.
Per tutte le informazioni sul tour, sui prossimi eventi a cui partecipare, potete seguirmi sulla mia fan page Facebook e, per le date dei concerti, sul sito www.worldproduction.it

- Un messaggio ai tuoi fans?

- La parola fan non mi piace moltissimo, perché io li sento come degli amici, di cui sento il calore e la vicinanza, emozioni che mi riempiono di gioia e tanta soddisfazione. Il loro sostegno mi
trasmette energia, che spero, nel mio piccolo, di riuscire a ricambiare. A tutti loro dico di godersi la vita, nonostante tutto, dando importanza soprattutto alle piccole cose.

- Grazie per esser stato con noi, Davide, in bocca al lupo per tutto e a presto!

- Grazie a voi!

Intervista per Radio Pentagramma - Maggio 2013


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RADIO PENTAGRAMMA

Intervista Fabrizio Ferraris

Quando hai iniziato a fare musica?

Ho iniziato a fare musica tardi, a 24/25 anni ho comprato una chitarra, ho preso qualche

lezione ma abbandonato, la chitarra ed il canto erano solo di contorno alla passione per il

mare e la navigazione. Sarà più avanti, intorno ai 35/36 anni che la musica prende

decisamente un’altra forma nella mia vita.

Contattato il mio amico e maestro Fabio Marengo ho iniziato ad interessarmi al pianoforte e la

tastiera.

E come mai hai deciso di suonare, cosa ti ha spinto?

L'avvicinamento vero e proprio alla musica arriva in un momento di introspezione, interpretato

da fabrizio come un percorso di vita ed opportunità. Saper stare soli rappresenta una

preziosa risorsa, anche perchè la vita, inevitabilmente ti regala i momenti dei “bilanci”.

A cosa si ispirano le tue canzoni?

Le canzoni rappresentano vari momenti della mia vita

"una primavera dell'86" ed "hannah" sono legate ad quel momento in cui Fabrizio è vicino

all'Associazione

"una rana per Chernobyl" che aiuta i bimbi colpiti dalla tragedia della centrale nucleare. "A

noi", "una donna speciale", “vorrei vorrei”, sono espressione di differenti stati d’animo o

riflessioni di vita.

Ci sono difficoltà oggi per cantati e band emergenti ad affermarsi nel panorama locale,

nazionale e o internaionale?

Immagino di si, immagino sia difficile ma, anche in virtù della mia non più tenera età, non

faccio del canto e della musica la mia attività principale.

Tu hai avuto difficoltà?

Io non posso parlare di difficoltà, accolgo con piacere tutte le soddisfazioni che la musica mi

offre come questa attenzione che mi state riservando anche con questa intervista e la

promozione dei miei brani

e colgo l’occasione per dirvi grazie!

Secondo voi perchè c'è questa difficoltà in questo settore? La musica è importante ci

accompagna nella vita eppure....?

La musica rappresenta sicuramente un pilastro nella vita di ogni artista e non solo ma, forse

anche "in virtù della crisi", molte volte musica e testi rischiano di rimanere "chiusi in un

cassetto", che peccato!

La burocrazia c'entra qualcosa?

La burocrazia crea sempre problemi!

A chi si rivolge la tua musica?

"A chi la ascolta", sicuramente per il genere ritengo difficile l'ascolto di massa nei ragazzini.

Un ricordo bizzarro che vuoi raccontarci una situazione che hai vissuto durante la tua

carriera che ti è rimasta particolarmente impressa?

Allora: palchetto di paese accrocchiato e traballante. Pezzo simpatico e coinvolgente.

Io in piedi alla tastiera che a fatica azzecco le note perché la gente che balla intorno a me fa

traballare tutto il palchetto, perfino le note. Direi più coinvolgente che ben eseguito! Il brano

era quello di Roberto Vecchioni titolo “Vaudeville” che dice …e sparate al cantautore…

CHE PAURA!!!

Hai progetti, tourné o dischi futuri?

Sarebbe più che altro auspicabile che qualche cantante fosse interessato ad interpretare le

mie canzoni.

Cosa vogliono trasmettere le tue musiche?

Al di la del CD devoluto alla causa dei bambini di chernobyl, attualmente ci sono alcuni brani

nel "cassetto" di cui sopra. Uno in particolare nato in maniera simpatica ed ironica con cui il

messaggio che si vuole lanciare è quello del "meglio soli che male accompagnati!"

Cosa suggeriresti a dei ragazzi che vogliono fare musica?

Non avrei alcun suggerimento, un ragazzo presumibilmente sogna il successo, io ho fatto

della musica il mio bellissimo hobby.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi fans?

Sorrido all'idea di pensare di avere dei fans, in ogni caso so di averne qualcuno ed a loro dico

grazie

Grazie in bocca al lupo e buon lavoro.

Grazie ancora anche a voi e a presto Fabrizio

© Intervista per Radio Pentagramma - febbraio 2013


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Radio Pentagramma

Intervista a Gianni Togni

D: Oggi sei qui per presentare il tuo ultimo lavoro ma vorremmo cogliere l'occasione per parlare un

pò anche del tuo percorso artistico, conoscere di più la tua carriera, i tuoi lavori ma anche l'artista

Gianni Togni.

Intanto domanda secca: come e quando ti sei avvicinato e appassionato al mondo della musica?

R: La passione per la musica nata insieme a me. Da bambino cantavo, a 14 anni componevo, a 15

mi esibivo la domenica pomeriggio al Folkstudio di Roma, a 17 anni incidevo il primo disco.

D: E' stato difficile intraprendere questa strada artistica?

R: Delusioni e vittorie fanno parte del gioco della vita, ma nell'arte non bisogna mai dare qualcosa

per scontato, acquisito. Non abbattersi o esultare, a secondo degli esiti, l'unico modo che conosco

per navigare tranquilli. Il talento, se vero, ha bisogno di essere alimentato continuamente, altrimenti 

una tigre che poi lentamente ti divora. Meglio fare ci˜ che piace veramente, e bene, piuttosto che

inseguire le chimere del successo; quello arriva quando non ci pensi.

D: Disco d'oro, cantante di successo e anche autore di tre musical: Hollywood del 1998 con

Massimo Ranieri, un musical su Greta Garbo per il Teatro Stabile di Stoccolma, che andato in

scena nel febbraio 2002, e “Poveri ma belli” per il Sistina di Roma nel 2008. Lavori importanti.

Come li hai vissuti, che esperienze sono state per te?

R: Emozionanti, faticosi, coinvolgenti, complessi, esaltanti. Dormi poco e non pensi ad altro.

Musiche, arrangiamenti, parole, prove, messa in scena. Il tempo sembra fuggire rapido. Alla fine,

per˜,al debutto il sipario si apre sempre.

D: Pensi che oggi in ambito musicale, il successo equivalga a merito, a talento artistico, oppure nel

determinare il successo di un artista giocano altre qualità e o necessità?

R: Non lo so e, sinceramente, neanche mi interessa saperlo. Il successo non ha odore, sapore, non lo

puoi toccare e ti accorgi di averlo avuto solo quando se ne va. E' un imbroglio, dolce solo a metà.

Ripeto, meno lo cerchi e meglio stai. Bisogna lavorare per migliorare se stessi e la società. Gli

applausi, se siamo a posto con la nostra coscienza, prima o poi arriveranno.

D: E' più facile oggi fare il cantante rispetto a qualche anno fa?

R: Rispondo con una domanda: esiste un mestiere facile nella vita? Personalmente credo proprio di

no. La fortuna, soprattutto nel mondo dell'arte, solo un luogo comune. Può capitare di esserne

sfiorati una volta, per puro caso, ma stento a credere che l'evento possa ripetersi se si è privi di

talento.

D: Che ne pensi dei talent show musicali?

R: Non guardo la televisione, quindi mi è difficile avere un pensiero in merito.

D: Ricordiamo brevemente la tua carriera citando i tuoi maggiori successi: Luna, Semplice, Vivi,

Per noi innamorati, Giulia. "Semplice" in particolare, non so se ne sei già a conoscenza, è stato

rispolverato in questi ultimi mesi grazie ad una finalista del Grande Fratello, Francesca Rocco che

la canta e ne cita frasi molto spesso contagiando i suoi seguaci. Ha un testo particolare, una musica

allegra, racconta il lato appunto "semplice" della vita che poi è anche quello più importante.

Dunque a questo punto raccontaci com'è nata questa canzone, cosa ti ha inspirato.

R: Nessuna ispirazione particolare, se non quella di guardare costantemente dentro me stesso alla

ricerca di emozioni provate. Le cose sono già nell'aria, esistono prima di scriverle, l'importante 

riuscire a vederle e saperle cogliere prima degli altri. La ripetizione non fa parte dell'arte e me ne

tengo lontano. Comunque mi fa piacere sapere che “Semplice” risulti ancora attuale.

D: Tu sei stato abbastanza presente artisticamente fino ad un certo punto poi c'è stato un periodo di

assenza per poi ricominciare. Come mai questa pausa?

R: Probabilmente vuoi dire che non vado più in televisione, perchè in realtà artisticamente ho

composto e scritto molte più cose in questi anni rispetto agli anni visibili. La mia è stata una scelta 

premeditata, pensata a lungo. Non sono interessato a promuovere la mia faccia, raggiungere i grandi

numeri, partecipare a trasmissioni tritacarne, due minuti e ciao, avanti un altro. Confesso che non

passa giorno in cui non ricevo offerte televisive di ogni tipo, grandi o piccole, ma al momento non

trovo ancora una giustificazione possibile per parteciparvi. A settembre, con l'uscita del album “Il

bar del mondo”, vedremo. Se arriverà una proposta significativa, culturalmente e artisticamente

parlando, la prenderò in considerazione.

D: E arriviamo al tuo ultimo album appunto “Il bar del mondo” che esce a settembre ma che in

questi giorni viene anticipato nelle radio dal tuo singolo: com'è nato questo lavoro e quanto tempo

hai impiegato per crearlo e completarlo?

R: “Il bar del mondo“ nato dal lavoro di un anno, senza vincoli e pressioni. Ho composto

musicalmente ogni canzone il pomeriggio prima di entrare in studio, in modo da arrivare a

registrare con una struttura aperta, ancora in fase di definizione. Ho seguito volutamente l'estro del

momento e quindi molti brani durano anche sei o sette minuti. “Nel '66“ in realtà non un singolo,

ma una piccola anticipazione, in streaming gratuito, tagliata per l'occasione; nel cd, infatti, avrà una

lunghezza e un significato molto diversi. Gli undici brani sono stati suonati con strumenti veri,

senza campionatori e tastiere, con la migliore qualità possibile di microfoni e pre amplificatori

valvolari. L'orchestra sinfonica, invece, stata ripresa in diretta, utilizzando un grande studio a

Praga. I testi li ho scritti tutti alla fine, avendo già in testa i personaggi da raccontare, e sono

volutamente surreali. Il disco verrà stampato anche nella versione in doppio vinile, oltre che in cd e

download digitale.

D: Progetti concomitanti al cd nel tuo immediato futuro?

R: Probabilmente “Il bar del mondo” diventerà anche una sorta di musical per il teatro, con

danzatori, attori, mimi, musicisti e vari ospiti a rappresentarlo dal vivo insieme a me. Le trattative

sono avviate e spero di riuscire a realizzare anche questo sogno.

Grazie per esser stato con noi in bocca al lupo per tutto e buon lavoro! a presto!

© Intervista per Radio Pentagramma – Giugno 2014


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RADIO PENTAGRAMMA

Intervista a Leonardo Tino

- Com'è iniziata la tua carriera?

- Ricordo ancora quel momento come se fosse ieri! Sono cresciuto con la grande musica degli anni ’80 ascoltando  rock band come gli Europe, Scorpions, Bon Jovi e Bryan Adams.                                                                                                        All’età di 12 anni mi sono avvicinato alla musica suonando la batteria  dimostrando di avere una notevole sensibilità musicale. In seguito la voglia cresceva sempre più tanto che ho cominciato a prendere lezione di chitarra e canto per poi diventare  chitarrista e corista di una rock band nata con amici di quartiere, fare solo cover cominciava a limitare le mie idee ed è da lì che ho iniziato a capire che scrivere canzoni era il mio grande sogno chiuso nel cassetto ma pronto ad aprirsi.

- Come mai ti sei avvicinato a questo genere musicale?

- Mi sento molto poeta in quello che ho da raccontare nelle mie canzone, storie vissute, momenti di vita e pensieri che ogni giorno viviamo, tutto quello che ci circonda sono cose che mi piace e voglio raccontare. Questa emozione che la musica mi regala rinnovandola ogni giorno viene accompagnata da melodie e ballate che solo un suono caldo può far nascere ad occhi aperti ogni mio sogno.  

- E' difficile inserirsi nel mondo musicale di oggi?

- E’ stato ed è ancora difficile inserirsi in questo mondo, specialmente con i Talents (ma lo sappiamo), infatti per scelta, ho deciso che non seguirò più questa strada, anche se ne ho fatti molti, vinti e non vinti, insomma le famose porte chiuse in faccia che (dicono) ci aiutano a crescere. Da tempo la mia scuola è diventata la strada, i locali, il contatto diretto con la gente, ed è li che capisco la persona che vorresti essere, la gavetta è li fuori e non dietro uno schermo come vogliono farci credere. Ovvio è un parere personale.

- Hai incontrato delle difficoltà?

- Certo, le difficoltà continuano ad essere il pane quotidiano, anzi mi stupirei se un giorno sparissero. Ci sono sempre ostacoli ma che devo saltare per andare avanti, ma un sogno se vogliamo viverlo ad occhi aperti, deve andare avanti senza limiti. Tante di queste difficoltà le ho superate anche grazie alla persona che ora è mia moglie, incoraggiandomi e credendo in me, senza di lei tutto questo non avrebbe senso. Non per caso è nata MOMENTI canzone dedicata a lei e alla storia della nostra vita.

- Allora, parlaci un pò dei tuoi lavori:

- Calcato palchi in piazze d’Italia con serate LIVE - Esibizioni a concorsi e Festival in varie regioni d’Italia
- 2007 singolo IO COMICIO DA QUI - 2010 mini album “SENZA LIMITI” progetto Live - RADIOTOURFESTIVAL 2010 Compilation distribuita su portali internet - 2011/2012 Ospite in programmi musicali e sportivi presso emittenti televisive locali e radiofoniche.

- Un percorso molto interessante e a questo punto se dovessi dare un consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso artistico, quale sarebbe?

- Di non arrendersi mai e andare sempre avanti con le proprie forze, essere umili, studiare sempre, ascoltare le persone che ci amano, avere tanta forza anche in momenti in cui vorresti finirla e dire basta con la musica.Il tuo ultimo cd Senza Limiti da cosa è stato ispirato?Dalla vita! Viverla SENZA LIMITI nome del mini album che racchiude: MOMENTI-NON POSSO PIU’-UN ANGELO e SENZA LIMITI. Io penso che chiunque ascolti questi pezzi si ritrovi come davanti ad uno specchio, lavoro, amore sono le parole che ogni giorno abbiamo tra le mani e che dovremmo cercare di proteggere.

- E c'è una canzone, una musica, a cui sei particolarmente legato?

- Ovviamente al brano IO COMINCIO DA QUI, quando ancora la canto ho i brividi come la prima volta, mi ci rivedo sempre lungo quella strada che ancora sto percorrendo senza mai voltarmi, ricordo benissimo quando è nato questo brano, sotto un ombrellone in un giorno d’estate con il suono delle onde del mare che da sempre è una mia fonte di ispirazione.  (la domanda è rivolta a un mio brano credo, vero?)

- Esiste nel tuo percorso un ricordo del tuo lavoro che ti è rimasto scolpito in mente, ce lo racconti?

- Una cosa davvero carina è stata quando ho cantato il brano IO COMINCIO DA QUI e non avendo quella sera una voce perfetta ho girato il microfono verso il pubblico che con enorme sorpresa (x me) cantava il ritornello, ecco li è stato come rinascere.

- I tuoi progetti futuri?

- Sto lavorando a nuovi brani in collaborazione con una etichetta discografica milanese. CON I MIEI OCCHI invece è un progetto in lavorazione che presto uscirà dedicato a quelle persone che purtroppo nascono e vivono con la cecità e che grazie alla famiglia riescono a dare un senso e valore ai propri giorni. 

- Hai anche in programma un tour o dei concerti in futuro?

- Si, gli ultimi mesi del 2012 sarò infatti impegnato con la mia band per lavorare e presentare una scaletta di brani pronti ad emozionare tutte le persone che mi seguiranno senza limite di età (spero).

- Cosa vuoi dire ai tuoi fans?

- A tutte le persone che mi seguono e che mi seguiranno innanzi tutto li abbraccio e li ringrazio, perché senza di loro il lavoro di noi artisti non avrebbe davvero senso, poi di non smettere di seguirmi, perché sarò sempre li ad emozionare con la mia musica.

- Grazie a Leonardo Tino per essere stato con noi, un saluto e in bocca al lupo per tutto!

- Crepi!

© Intervista per Radio Pentagramma – Ottobre 2012


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Intervista a “Luca Fiamingo”

Radio Pentagramma

Siamo in compagnia di Luca Fiamingo, giovane cantautore catanese di talento che ci

racconterà un pò della sua vita, della sua carriera e, naturalmente, delle sue canzoni.

–Luca, quando hai iniziato la tua carriera musicale?

– La mia attività cantautorale è cominciata molti anni fa..precisamente

quando ho scoperto che la forma-canzone era quella più appropriata per

poter esprimere e comunicare le mie emozioni..un’esigenza che è nata dopo

lo studio e la mia attività concertistica come chitarrista classico nei teatri e nelle chiese della capitale.

–Parlaci un pò delle origini della tua passione, com'è nata? Quando hai capito che avresti intrapreso questa strada musicale?

–La passione per la musica..nasce da bambino all’età di nove anni..quando ho cominciato a suonare la chitarra..e mi sono avvicinato spontaneamente per un motivo ancora da me sconosciuto all’ascolto di musicisti classici e operisti come Mozart..Rossini..Bellini..è da loro che ho appreso molto..sono stati per me i maestri dell”incanto”. Ricordo che mi perdevo per interi pomeriggi nei loro mondi magici..immerso e rapito da fiumi e cascate di note... e ne uscivo profondamente turbato ed emozionato... è stata da bambino sicuramente l’ esperienza piu importante che ho sperimentato…e da lì ho capito..che la mia vocazione piu intima era quella di diventare un musicista professionista.

–Cos'è che ti ispira quando componi le tue canzoni? Hai una musa ispiratrice?

–Credo che la mia musa ispiratrice..sia la Natura..e da isolano..credo sia

inevitabile questo legame quasi simbiotico..con la terra..con questa terra che

ci nutre come una madre con la poesia delle sue bellezze incontaminate!

quindi nella mia musica è molto presente questa componente bucolica e

mediterranea!…e poi mi ispirano tantissimi temi..come quello del sogno e

del viaggio inteso come percorso introspettivo ed esistenziale di ogni uomo..e

quindi poi dei sentimenti e soprattutto dell’amore.. che racconto

spesso..come una dimensione interiore totalizzante.. ma quasi mai è

l’unico ed esclusivo protagonista della canzone..che invece lo diventa

proprio il racconto stesso..con le sue percezioni..e le sue immagini.

–Tu sei di Catania, la nostra splendida Sicilia dà i natali a molti artisti e molti

uomini che hanno fatto storia in diversi campi della cultura italiana ma

purtroppo molti siciliani talentuosi non trovano i mezzi necessari per

esprimersi al meglio e molto spesso sono costretti ad allontanarsi per andare in

altri lidi. Tu hai la possibilità di sviluppare la tua arte a Catania oppure sei stato

costretto ad "emigrare" come tanti artisti a Roma?

– La Sicilia è una terra piena di meraviglie e al tempo stesso piena di

contraddizioni. Per cui offre moltissimo spazio per esprimersi ma il più

delle volte non offre i mezzi per farlo .Nonostante Catania sia una delle città

più artistiche e musicali d’ Italia..io ad esempio ho scelto Roma..per fare il

conservatorio..è lì che ho avuto la possibilità di poter entrare in contatto con

certe realtà e tradizioni musicali…ma mi riferisco a dieci anni fa. Oggi la

Sicilia è una realtà migliore e credo e spero ..sia in crescita..anche se il

problema rimane sempre lo stesso..cioè sempre meno fondi per l’arte e la

cultura..ma dappertutto .Sono dell’opinione che gli spettacoli e i

concerti..possano rilanciare la nostra economia al posto dei soliti e tristi

centri commerciali.

–Quali sono le tue influenze musicali?

–Sicuramente mi ha molto influenzato la letteratura chitarristica..autori

come Albenìz..e Tarrèga..lo stesso Segovia e il suo modo così unico e

personale di suonare..insomma quei chitarristi che ho studiato e quindi per

esperienza diretta mi hanno contaminato e mi sono rimasti dentro..e poi

senza dubbio la musica cantautorale italiana..che amo moltissimo da Lucio

Battisti..alla scuola genovese...e..ovviamente, per quel senso di

appartenenza,soprattutto quella siciliana..di Battiato,Consoli,Venuti,Lautari

ecc.

–Che cosa diresti a un ragazzo che vuole intraprendere la tua stessa strada?

–Beh sono molto giovane per potermi esprimere in tal senso..sicuramente per

me la musica non è solo una semplice passione ma.. è proprio il leit-motiv

della mia vita. E credo che bisogna avere una motivazione profonda..per

intraprendere questa strada che purtroppo è sempre più difficile.. sia perché

è faticosa di per sé..quindi necessita di tante rinunce e molti sacrifici..ma

anche perché oggigiorno la musica è sempre più in mano ad incompetenti

che se ne occupano ,a gente che è paralizzata dal nuovo e non è pronta ad

ascoltare nuovi linguaggi.. anziché farci conoscere e parlarci della nuova

musica.. e infine a quella discografia che fa della musica solamente

business

–Qual'è il tuo sogno musicale nel cassetto?

–Innanzitutto quello di poter continuare a fare la mia musica, di imparare e

di crescere sempre di più..per poter esprimere al meglio tutto di me.. e

trovare ancora più spazi e possibilità per realizzarlo..e poi quello di poter far

sentire la mia musica a più gente possibile..poi chissà..vedremo..ogni sogno

cede il posto ad un altro sogno…

–Hai partecipato a qualche evento musicale?

– Molti..ma sicuramente l’evento più significativo è stato la mia

partecipazione

all’Accademia della Canzone di Sanremo..anche perché è iniziata da lì

la mia ricerca musicale e cantautorale..ed è stata una bella esperienza di

confronto.

–I tuoi testi sono autobiografici?

–Il più delle volte sono autobiografici…ma pure certi racconti che non ho

vissuto in prima persona..mi attraversano..attraversano la mia voce , la

mia chitarra e quindi lo diventano inevitabilmente.

–Progetti per il futuro?

–Sto scrivendo come sempre nuovi brani..che andranno poi a completare

Il mio primo lavoro.. molti live in giro per la capitale.. ma anche in Sicilia la

prossima estate..quindi sicuramente una tappa..a Palermo..e poi nella mia città e

dintorni..e infine spero varie collaborazioni..e la promozione per le radio che è

già in corso!

–Parlaci un pò della tua giornata tipo: quanto dedichi alla musica e quali sono i

tuoi hobby, i tuoi interessi, i tuoi impegni al di fuori di essa...

–beh la mia giornata è totalmente assorbita dalla musica..infatti accanto

all’attività cantautorale affianco quella didattica di insegnante di chitarra

nelle scuole..

ed il poco tempo libero che ho.. lo dedico alla lettura..alle lunghe passeggiate per il

centro di Roma..e ai miei affetti

–Un saluto ai nostri lettori, ascoltatori e ai tuoi Fans!

–Un abbraccio a tutti gli ascoltatori e lettori di Radio Pentagramma.. a tutti

Quelli che mi seguono …al mio Fanclub..sempre più “spakkioso”..e a tutti quelli

che alleggeriscono i passi del mio cammino..

Buona vita a tutti

Da Luca Fiamingo

Luca, grazie per esser stato con noi, in bocca al lupo per tutto e a presto su Radio

Pentagramma!

© Intervista per Radio Pentagramma - Ottobre 2009.


Intervista Radio Pentagramma - Luca Fiamingo 2009.pdf (133.73 ko) Scaricato 36 volte
 

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Intervista a Massimo Cerrito

Com'è iniziata la tua carriera?

Ho iniziato a far musica molto presto, facendo nella musica i più disparati mestieri. Più che

di carriera, parlerei di consapevolezza raggiunta. Ho trovato la mia musica nel 2000 e da

allora non mi sono fermato ancora.

Come mai ti sei avvicinato a questo genere musicale?

Ho ascoltato musica di ogni tipo fino a farmi scoppiare le orecchie. Alla fine ero esausto e

nauseato da qualsiasi tipo di musica, mi sembrava tutto già sentito, così ho iniziato a

scrivere la mia musica, che infatti è un "non genere". Penso che il genere inteso come

genere musicale sia una gabbia per l'ispirazione, io non faccio altro che aprire la porta di

questa gabbia e lasciar libero sfogo all'ispirazione. La musica ha infiniti colori ed bello

usarli tutti. E' così che quando parlo della mia musica la definisco un quadro con tanti

diversi colori.

E' difficile inserirsi nel mondo musicale oggi?

E' molto difficile oggi, per chi non fa musica commerciale, inserirsi nel mondo della musica.

La crisi di vendite e la propensione delle label a produrre musica di facile ascolto castra di

fatto la ricerca e la sperimentazione. Fortunatamente esistono ancora label che investono

sulla creatività, sono poche ma esistono.

Tu hai avuto difficoltà?

Ad essere sincero non è stato molto difficile per me trovare una label che investisse nella

mia musica. Diciamo che sono stato bravo a scegliere, non perdendo tempo con label che

avessero una linea editoriale molto diversa da quello che scrivevo.

Parlaci un po' dei tuoi lavori.

IL primo lavoro "TE'KNE" me lo sono auto prodotto con grande difficoltà : è un EP con

quattro brani legati l'uno all'altro senza soluzione di continuità e racconta di un "viaggio"

musicale attraverso i generi e le sensazioni derivanti dalla realtà che mi circonda. E' stato

il lavoro che mi ha fatto conoscere come compositore e trovare la label per la quale tutt'ora

incido. Nel 2008 è stato pubblicato "LA GABBIA", un singolo che rappresenta la summa

stilistica della mia musica, come dire, un po' il mio manifesto musicale. Nel 2010 è stato 

pubblicato "MUSICMAKER" un progetto di otto tracce che segna un po' la mia raggiunta

maturità stilistica e dimostra la mia versatilità come compositore. Nel 2011 infine è uscito

"MIND" un progetto singolo che conferma la mia volontà di sperimentazione e continua la

mia ricerca.

Se dovessi dare un consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso artistico,

quale sarebbe?

Non so dare consigli, è sempre troppo facile o troppo difficile farlo. Quello che conta

penso sia essere fedeli a sè stessi e al valore di ciò che si sta facendo il resto viene da sè.

Parliamo dunque del tuo ultimo lavoro Mind: da cosa è stato ispirato?

L'ultimo lavoro come dicevo è stato il progetto singolo "MIND" uscito nel 2011. E' un

viaggio musicale nella mente e le sue distorsioni ed è stato ispirato da una frase di E. A.

Poe che dice " Sono diventato pazzo, con lunghi intervalli di orribile sanità mentale". Una

riflessione quindi sulla follia come forza creativa.

La canzone, la musica, a cui sei più affezionato?

Ascolto musica di ogni genere, ma più che un brano c'è un'artista che mi sta' molto a 

cuore e che considero geniale, Allan Holdsworth, un chitarrista, una leggenda della fusion

che secondo me meriterebbe pi successo e visibilità di quella che ha.

Un ricordo del tuo lavoro che ti è rimasto particolarmente impresso nella memoria?

Ero a Bologna nel 2000 e giravo per case discografiche alla ricerca di lavoro. Tutti quelli

con cui parlavo mi dicevano che l'unica soluzione era scrivere qualcosa di pi commerciale

che fosse facilmente vendibile sul mercato discografico. Uscendo da una di queste

etichette discografiche mi ritrovai in Piazza Maggiore, e vidi un sassofonista di strada che

suonava con il suo cappello davanti per le offerte. Quella visione mi fece capire che

musica volevo scrivere e che la cosa veramente importante è la libertà creativa non

soggetta ad alcun vincolo pseudoestetico di commerciabilità. Se lui poteva vivere facendo

liberamente la sua musica avrei potuto farlo anch'io.

Progetti futuri?

A gennaio del 2013 uscirà il mio quinto progetto dal titolo "STYLE", ci stiamo lavorando e

sarà un progetto che conterrà almeno 10 tracce. Se da un punto di vista compositivo

riaffermerà le mie idee in fatto di scrittura musicale, dall'altro lato segnerà una svolta nella

mia musica per un'attenzione particolare prestata al suono e all'ambiente sonoro.

Vuoi dire qualcosa ai tuoi fans?

Mi stupisco sempre delle persone che ascoltano la mia musica. Non è certo la mia musica

di massa, ma sono contento di avere tra i miei ascoltatori persone veramente competenti e

con un ottimo gusto musicale e parecchi musicisti. Quindi pur scrivendo

fondamentalmente per me stesso, cerco di mantenere un livello tale da non deludere le

aspettative dei miei fans. E' in fondo questo che voglio dire loro che comunque andranno

le cose io dar˜ sempre il massimo per non deluderli.

Ringraziamo Massimo Cerrito per esser stato con noi, un saluto e in bocca al lupo!

© Intervista per Radio Pentagramma – Ottobre 2012


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